“Tsunami” è una parola giapponese che significa “onda nel porto”.
Nel passato gli tsunami venivano anche chiamati “onde di marea” e “onde di mare sismiche”. Entrambe le terminologie non sono corrette. Gli tsunami non sono infatti connessi alle maree (che sono il risultato dell’influenza gravitazionale di corpi extraterrestri), anche se il grado di impatto di uno tsunami sulla linea di costa dipende dal livello della marea al momento in cui lo tsunami colpisce. Anche il termine onde di mare sismiche non è corretto in quanto esso implica un meccanismo di formazione degli tsunami legato ai terremoti, e questo non è sempre il caso in quanto gli tsunami possono essere generati anche da frane, eruzioni vulcaniche, caduta di meteoriti.
Uno tsunami è un’onda di acqua, caratterizzata da una lunghezza d’onda molto grande, generata da una improvvisa importante dislocazione del fondo marino associata con un forte terremoto, una grande frana sottomarina, un’esplosione vulcanica. La natura improvvisa del fenomeno e la sua dimensione lo rendono estremamente pericoloso per le comunità costiere.
Come tutte le onde, anche gli tsunami sono caratterizzati da lunghezza d’onda, ampiezza d’onda, altezza d’onda, frequenza (o periodo) e velocità.